BRIAN WILSON – Brian Wilson presents “Smile” (Nonesuch 2004)

Vincenzo Ruggiero Perrino [email protected]

L'album Smile dei Beach Boys ha una storia lunghissima e travagliata. Il gruppo cominciò le registrazioni tra il 1966 e il 1967, dovendo dare un seguito al bellissimo disco Pet sounds (1966). Nelle intenzioni di Brian Wilson, mente del gruppo, nonché autore di tutte le musiche, Smile doveva sancire la superiorità artistica dei Beach Boys sui Beatles, in quella sorta di amichevole sfida che era nata tra i due gruppi. Purtroppo, il progetto di Smile fu accantonato, in quanto gli altri membri del gruppo non erano soddisfatti del lavoro, che si stava protraendo per lungo tempo, senza giungere ad una conclusione. Inoltre, tutti gli altri non erano coinvolti nella parte creativa, tant'è che l'unico a conoscere il disegno unitario del disco era il solo Brian, che, per il troppo lavoro, fu vittima di un esaurimento nervoso.
Al posto di Smile, fu pubblicato nel 1967 un disco, Smiley smile, che conteneva solo una parte del materiale registrato. Altre canzoni apparvero su alcuni bootleg, che testimoniarono la magnificenza e la magniloquenza di un progetto artisticamente grandioso.
A quasi quarant'anni di distanza, il grande album dei Beach Boys vede finalmente la luce. A dire il vero non si tratta proprio di quelle registrazioni, in quanto Brian Wilson, insieme con altri musicisti, ha registrato nuovamente tutti i brani di Smile, cercando di ricreare l'atmosfera e l'aroma delle vecchie incisioni. Il risultato è un album eccezionale, di grande valore artistico, che sarebbe stato un degno avversario per il Sergeant Pepper's lonely hearts club band del Beatles. Le canzoni dimostrano quanto innovativa sia stata l'arte compositiva di Brian Wilson, il quale, per questo disco, pensò di rifarsi alla tecnica del cut 'n paste, ideata da William Burroughs per i suoi romanzi. Tale tecnica, in musica, consente di legare insieme pezzi diversi tra loro, con improvvisi cambi di tonalità e di melodia. Il risultato è un insieme di canzoni, melodicamente accattivanti, collegate le une alle altre senza soluzione di continuità, in un gioco di richiami sonori e di continui cambi armonici. Accanto alle già famose Good vibrations e Heroes and villains, si segnalano Vega-tables, Cabin Essence, e You are my sunshine. Se Smile fosse uscito negli anni '60, probabilmente, la storia della musica sarebbe stata diversa. All'ascoltatore di oggi, la musica di Smile non può non apparire innovativa. Immaginiamo per un attimo quali effetti avrebbe potuto avere sugli ascoltatori di quarant'anni fa!