Controllo

Ormai aveva trentatrè anni, doveva togliersi quel vizio che si portava dietro sin da bambina. Ogni volta che doveva andare in bagno a fare la pipì (o qualcos’altro) doveva controllare che non ci fosse un topo; da piccola le avevano detto che i topi riuscivano a risalire per i condotti della fogna e ad uscire dal wc. Da allora aveva il terrore di vedere uno di quegli animali schifosi sbucare dalle sue gambe una volta seduta sulla tazza. Controllava sempre, ogni volta e in qualunque bagno. Era più forte di lei. Di notte poi il terrore diventava qualcosa di ingestibile; il bagno di casa sua era proprio davanti alla sua camera da letto e per non svegliare suo marito (che non sopportava l’illuminazione) non poteva accendere nemmeno la luce, né in camera né in bagno né nel corridoio, perché si sarebbe svegliato. Usava un accendino, almeno la fiammella riusciva ad illuminare il fondo del water e le riusciva possibile controllare. Riusciva a fare la pipì così, con brevi intervalli di buio per evitare di ustionarsi le dita; spesso, nonostante le scoppiasse la vescica, aspettava le prime luci dell’alba per andare in bagno. Quella mattina aveva deciso di andare in centro a fare shopping; si mise un vestito che le piaceva molto, un velo di trucco, un pò di profumo e prese la borsa. Mentre stava per aprire la porta ecco che la natura chiamava: doveva fare la pipì... sbuffò e appoggiò la borsa con fare stizzoso sul mobile dell’ingresso. Andò a passo spedito verso il bagno, sollevò il coperchio e prese un respiro profondo ”Non devo guardare, basta, basta, non c’è nulla, non c’è un cavolo di nulla”. “Fanculo a chi mi ha messo in testa questa paranoia” senza guardare si sedette e si abbandonò al suo bisogno. Si lavò le mani ed uscì, orgogliosa di aver iniziato ad abbandonare quella sciocca abitudine. Per fortuna suo marito era a casa quando rientrò, perché il topo non le diede nemmeno il tempo di tirare su gli slip.