La realtà della Thailandia

Atto secondo per Thaksin: dopo quattro anni il nuovo parlamento thailandese avrà un vincitore assoluto, il partito “Thai rak Thai”del premier populista.

L’opposizione democratica, che alle ultime elezioni aveva ottenuto il 27%, appare oggi indebolita, tanto che per tutta la campagna elettorale ha dato per scontato la vittoria del premier, invitando gli elettori a “non rafforzare troppo un personaggio tanto autoritario”, al contrario Thaksin ha chiesto una vittoria plebiscitaria, per continuare le politiche attuate nel primo quadriennio del suo mandato.
Uno dei problemi che il Premier ha promesso di debellare, ma che continua a riproporsi con forza, è quello del voto di scambio: un’indagine dell’università di Bangkok, fissa il valore di un voto da un minimo di 500 bath (circa 10 euro) ad un massimo di 2000 bath (circa 40 euro).
Quello che si conclude è il primo governo che, in decenni di instabilità, è riuscito a portare a termine l’intera legislatura, della durata di quattro anni, oltre che dal partito Thai rak Thai, populista e fortemente connotato dalla figura chiave di Thaksin, l’esecutivo è formato dal PCT (Partito della Nazione) e dal PKWM (Partito Nuova Aspirazione), entrambi conservatori. Insieme, i partiti detengono 325 seggi, sugli attuali 438. Già nella legislatura che va concludendosi il partito di Thaksin avrebbe potuto governare da solo, potendo contare sulla maggioranza assoluta di 248 seggi.
Le priorità del premier si traducono in una tripla guerra: povertà, corruzione, droghe, per favorire la crescita economica, ha cercato di rafforzare le attività produttive locali, snellendo la fiscalità e favorendo gli investimenti esteri. Al contempo, ha cercato l’avvio di nuove collaborazioni internazionali, nel contesto dell’economia globalizzata. Per combattere la povertà sono stati messi in atto alcuni programmi di intervento sociale, sanitario e scolastico, ma anche incentivi alle piccole e medie imprese, micro-credito agli agricoltori, edilizia popolare.

Il Thai rak Thai che vuol dire (i thai amano i thai) nato nel 1999, si pone a destra. Dopo aver assorbito il PST (liberal democratico) ha vinto il voto nel 2001, scalzando i democratici. Fin dall’inizio il suo leader, il magnate delle tv private Thaksin, ha promesso di impegnarsi a favore delle popolazioni più disagiate del paese. Il Premier è criticato nel suo paese, perché controlla tutti i network televisivi nazionali, sia statali che privati, di cui è proprietario e diverse emittenti radiofoniche.
Nel 2001, poco dopo aver vinto le elezioni, Thaksin ha rischiato di morire in un attentato.

Gestione del dopo-tsunami: molti dei progetti messi in cantiere dal governo dovranno esser riconsiderati dopo lo tsunami che, il 26 dicembre 2004, ha ucciso più di 5.300 persone.
Le opposizioni avevano anche chiesto di rimandare le elezioni, ma Thaksin, che ha acquisito ancor più prestigio per il modo in cui l’intervento si è svolto, ha preferito tenere le consultazioni.
La ripresa e la ricostruzione delle aree colpite, dipende dal rilancio del turismo (primaria fonte di reddito per il sud del paese); insieme a Sri-Lanka, Maldive e Indonesia, la Thailandia ha dato vita ad un piano avallato anche dall’ONU.
Il piano per il rilancio turistico, noto come “Phuket Action Plan” si appoggia ad un’intensa campagna promozionale per riportare il turismo di massa e rafforzare quello d’affari.
Un’altra emergenza con cui fare i conti è la forte epidemia di AIDS, specie a Bangkok, meta del turismo sessuale internazionale. Il governo ha finora distribuito anti-retrovirali a basso costo, ma potrebbe dover rivedere le sue politiche.
“Mai prima d’ora la politica thailandese è stata condizionata da un uomo e dal suo valore: il denaro”. Cosi il quotidiano privato THE NATION, di Bangkok, iniziava il suo articolo di apertura a poche ore dal voto. “Fin qui Thaksin ha venduto le idee agli elettori, d’ora in poi dovrà convincerli che lui è l’unica scelta possibile. I dati economici gli danno una mano, con una crescita del 6% ed una piena occupazione: si da maggiore attenzione ai fatti concreti che non ai valori della democrazia”.

“La costruzione della Thailandia voluta da Thaksin, comporta disboscamento e sfruttamento indiscriminato di fiumi ed altre risorse ambientali. Il silenzio sui problemi ambientali è sconcertante se si considera che anche altri paesi vicini faranno altrettanto”. È la posizione espressa nell’editoriale nel BANGKOK POST, prima del voto. “Lo dimostra il piano per il rilancio della zona colpita dallo tsunami, che rischia di esser vittima di speculatori senza scrupoli, ce ne è abbastanza affinché nei prossimi quattro anni un partito ambientale possa prendere la luce”, conclude l’editoriale.

“Intellettuali, mezzi di informazione, politici e la classe media cominciano a criticare la linea di Thaksin”, lo sostiene il BANGKOK POST, “l’incapacità di risolvere la rivolta islamica al sud, i 2.500 morti della lotta al narcotraffico, le esecuzioni extra giudiziarie, sono nel mirino delle associazioni di tutela dei diritti umani. Permane la continua corruzione e l’irrisolto conflitto d’ interessi del premier e del suo governo”.

“il sud, tradizionalmente vicino al partito democratico, è l’unico sassolino della scarpa di Thaksin” fa notare il BANGKOK POST, “Thaksin vuol diventare un leader macroregionale, ma il suo futuro dipende da quanto sarà abile a placare l’instabilità in quel sud contestatore. Il movimento contro di lui comincia a prender corpo nella società civile anche in altre regioni, ma non ha ancora quella coerenza, organizzazione, energie e risorse tipiche del thai rak thai”.

Breve cronistoria della Thailandia

1932- un golpe destituisce Prajadhipok, l’ultimo sovrano assoluto e istituisce la monarchia parlamentare;
1939- il Siam cambia il proprio nome in Thailandia che significa “terra libera”;
1946- assassinato il Re Ananda, gli succede Rama IX, ancora oggi in carica, l’anno dopo un golpe porterà ad una dittatura militare che governerà fino al 1973;
1973- una rivolta studentesca costringe la giunta militare ad indire le elezioni;
1976- nuovo putsch militare;
1978- promulgata la nuova costituzione;
1980- il generale Prem assume il potere, sarà confermato come civile nel 1986;
1991- ancora un golpe Anandpanyara Chum nominato premier di un governo civile;
1992- alle urne per due volte in un clima di forte instabilità politica, vince il democratico Chuan;
1995- una nuova crisi porta al governo il nazionalista Banharn, accusato di corruzione, si dimetterà l’anno dopo;
1997- crisi finanziaria nel sud est asiatico, il fondo monetario internazionale interviene in favore della Thailandia, approvata la nuova Costituzione;
1998- Chuan Lipkai forma un governo di unità nazionale per uscire dalla crisi economica, espulsi dal paese decine di migliaia di immigrati;
2001- l’imprenditore Thaksin Shinawatra fonda il partito “Thai rak Thai”, vince le elezioni politiche e forma un governo di coalizione con i conservatori;
2002- il confine birmano viene temporaneamente chiuso in seguito a scontri etnici, la lotta contro il narco-traffico lascia sul campo più di 2.000 vittime;
2004- scontri con attivisti islamici nel sud del paese, centinaia di morti
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la carta d’identità della Thailandia


capitale: Bangkok
superficie: 514.000 kmq
popolazione: 64,9 milioni di abitanti
aspettativa di vita: 71 anni

crescita economica: + 6,7%
reddito Pro capite: 2.190 $ (Italia 21.560$)
inflazione: + 2,1%
disoccupati: 2,2% della popolazione
Indipendente dal XIV secolo, l’ex regno del Siam attua un’economia liberista e piuttosto diversificata, sostenuto il tasso di crescita degli ultimi anni.
La Thailandia pubblica due quotidiani in inglese: www.bangkokpost.co.th www.nationmultimedia.com
-quotidiano economico: www.bday.net
-giornali regionali: www.phuketgazette.net www.pattayamail.com (rivolti in particolare ai turisti occidentali)
-macroregionale: www.asiatimes.com
-portali nazionali: www.thailand.com www.thavisa.com www.thai-info.net www.thailandnews.net www.thailanddaily.com